Proviene dal soppresso monastero delle Domenicane e si trovava con altri quadri nella stanza detta del lavoro. Nell’inventario degli ambienti e del materiale conservato nel convento, redatto il 13 luglio 1805 dalla priora Brigida Somelli, è ricordato, fra gli altri, con la seguente nota “una cena del Signore di ragione particolare”.
Citato da Lidia Righi (1979), rivela una particolare raffinatezza di segno e di colore, pregevoli i dettagli, eseguiti con minuzia e l’aulica ambientazione architettonica. L’opera si deve ad un pittore di area bolognese del XVI secolo.